Ho perduto
troppo presto
l'allegrezza
dell'infanzia
sepolta con colui
che sulle spalle
mi portava
e sul trattore
storie di draghi e serpenti
mi raccontava.
Mi diceva" puoi far meglio"
guardando i miei quaderni
e io un po' pensierosa
mi ritiravo anzi delusa.
Lo sguardo buio
pur a distanza
restaurava il silenzio
in tutta la stanza.
Libro in mano
tabacco in bocca
di fumo e fantasia
popolava
la sua malinconia.
Un giorno di maggio
la malattia
se l'è portato via.
Avrei voluto gridare
e invece
non ho detto niente,
da bambina obbediente.
Ho taciuto il mio dolore,
accanto al fratello minore,
sono rimasta nel torpore
di quell'assenza
cercando altrove
la sua vera presenza.
Cresciuta in un mattino
nell'ora della tempesta
un buco scavato
da un mare arrabbiato
nel mio animo angosciato
che a ogni disamore
dell'ora funesta
risuscita quel malore
risucchia la mia allegria
rischia di rapire la vita mia.