martedì 11 giugno 2019

Madre


MADRE
28 marzo 2013


Un battito lieve oltre la pelle,
spinte cariche di dolore per scoprire la luce,
un vagito istantaneo
in risposta al richiamo della vita.

Ancora rosso di sangue,
aggrappato al tuo seno,
lui entra prepotente nella tua esistenza:
vuole vivere, ha un disperato bisogno di te!

Ogni notte non ci sarà riposo
senza che tu ascolti la sua voce, il suo respiro;
non ci sarà ristoro, se prima lui non è sazio;
non ci sarà gioia, se lui non può sorridere con te!

Tu sei madre,
è tuo destino l’amare oltre all’amore per sé,
nutrendo di speranza l’uomo
che tuo figlio un giorno sarà.



Ti porterò con me...



Ti porterò con me in estate lungo i filari nei campi di grano,
dove il gelso sostiene la vite,
dove i raggi svegliano gli acini d'uva avvolti nella rugiada del mattino
e le campane risuonano a festa, di domenica,
nelle case contadine.


Ti condurrò per mano dove la malinconia fugge via e
lo stress dei cattivi pensieri
s'alza e scompare, al soffio della brezza serale,
camminando in autunno, nel buio delle campagne
fra i falò accesi, alla ricerca di un po' di calore.

Scrissi parole d'amore



Scrissi parole d’amore sui muri d’estate
Spenti dalla pioggia d’inverno
Ora liberano l’ossigeno

Mattino di nuvole


                                   

Cercami, anche se le nubi ti isolano.
Ascolta: il vento ti porta il mio profumo
intriso di rugiada, questa mattina.


Una brezza leggiadra

sibila fra i tavolini
non curante degli umori della gente.
Fischiano le orecchie
per un pensiero distante.


C’è chi passeggia sul viale e
chi siede sulle scale,
in attesa che torni il sole
per scendere in spiaggia
ad osservare il mare
che, unico punto di riferimento,
rimane sempre là ad aspettare.




Un momento di appagamento…


Cesenatico, 10 giugno 2001



Assopita rinasco
dopo un attimo di tormento 
e poi
di nuovo 
ci ricasco:
ed è burrasca anche oggi.


Andar per campi...




Mi piaceva da bambina
Scavalcar la rete e andar pei campi dei vicini…

Mai si può immaginare dalla strada maestra che dietro le case si estendano così vasti orizzonti!

Le abitazioni si stringono più vicino, viste da dietro.
Nei campi s’intersecano i canaletti di scolo pieni di erbacce e le siepi arrugginite.
La terra smossa dall’erpice penetra nelle scarpe.
La gente del villaggio è abituata a portar scarponi infangati e pesanti e cappelli di paglia per il sole.

Qui s’attraversa una distesa di grano quasi maturo,
là l’erba medica è stata appena tagliata, poi il pescheto in fiore…
E’ domenica quando la vecchia campana risuona nell’aria:
nella chiesetta del paese, la moglie del contadino, seduto nell’ultima panca col cappello a fianco,
legge confusamente la prima lettura poi siede nella fila delle donne.

Numerose volte il rumore del trattore mi ha svegliato di mattina presto e l’ho maledetto, anche se nessun altro lavoro se non questo è più sacro all’uomo e più vicino a Dio.


Musica!




Adesso ascoltami!

Non girarti!
Freme la corda,
Batte la cassa,
Fischian le trombe.


Siedi e aspetta con me
Odi un verso pulito che
non hai mai sentito

Cerchi il silenzio
ma preghi di non rimanere solo.


Una stanza senza pareti
è comunque una casa,
senza vetri né porte,
senza barriere severe.


Non addormentiamoci sulle note migliori:
vegliamo sui sogni futuri
destiamo stupore, se occorre,
produciamo rumore!


Non per nulla se non per l’attenzione
di un pubblico distratto
che non vede, non sente, non canta la vita,
per il timore di essere considerato matto.


Incertezza


Il desiderio di sentirmi viva
mi pervade,
immobilizzando tutti i miei pensieri,
oggi come ieri.


Cerco e scavo fra ciò che ho e ciò che sono:
non ho che la speranza di grandi ideali.

Gli schemi della quotidiana amarezza

Si sovrappongono alla realtà
Tanto che la paura di osare
Frena ogni impulso


Avrei voluto nascere e rimanere viaggiatore,
anche quando il vento non soffia più,
anche quando la nave non salpa.
E invece non so che fare...

Ricordi



Di quell’arcipelago lontano di suoni e visioni
mi resta oggi solo qualche scoglio…
Di quegli occhi neri
l’odore dell’inganno


Non è possibile
Salvarsi dall’orgoglio…

Forse solo il vento
può trascinare i ricordi impetuosi
verso una baia sicura e riparata
dove possano restare
senza devastare
la tranquillità del mio mare.



Cammino


Sento la pesantezza dei passi,
di notte,
quando è difficile non perdere di vista la meta.

Guardo il sentiero:
è troppo ripido,
vorrei fosse meno faticoso
procedere.

Attendo seduta l’arrivo
di qualche altro viandante
per riuscire a distrarmi
dal tormento della fatica solitaria
ed immaginare insieme
il panorama dall’alto della cima.

Finalmente domenica!

Domenica significa anche relax, significa che mi posso permettere di indugiare un po' fra le lenzuola, che posso anche perdere un po'...