Mi piaceva da
bambina
Scavalcar la
rete e andar pei campi dei vicini…
Mai si può
immaginare dalla strada maestra che dietro le case si estendano così vasti
orizzonti!
Le abitazioni
si stringono più vicino, viste da dietro.
Nei campi
s’intersecano i canaletti di scolo pieni di erbacce e le siepi arrugginite.
La terra
smossa dall’erpice penetra nelle scarpe.
La gente del
villaggio è abituata a portar scarponi infangati e pesanti e cappelli di paglia
per il sole.
Qui s’attraversa
una distesa di grano quasi maturo,
là l’erba
medica è stata appena tagliata, poi il pescheto in fiore…
E’ domenica
quando la vecchia campana risuona nell’aria:
nella
chiesetta del paese, la moglie del contadino, seduto nell’ultima panca col cappello
a fianco,
legge
confusamente la prima lettura poi siede nella fila delle donne.
Numerose
volte il rumore del trattore mi ha svegliato di mattina presto e l’ho
maledetto, anche se nessun altro lavoro se non questo è più sacro all’uomo e
più vicino a Dio.
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