Attendo che quello sguardo
se ne vada,
in sordina esco
a prendere aria
conscia del lungo inverno
di pioggia.
Mi volgo indietro
sulla spiaggia:
nessuna conchiglia
è rimasta da raccogliere.
A piedi nudi
percorro il sentiero
bagnata di rugiada.
Il fischio del treno
che stride lontano
sulla rotaia ghiacciata.
Mi sono persa
a contemplare
la primavera:
è partito senza di me
come un incubo
che si avvera.
Non resta che
volare verso l'estate
sognando
serate inaspettate.
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