Dal tavolino in giardino osservo il mondo che se ne va.
Mi sento anziana a pensarlo, ma il mondo sta cambiando irrimediabilmente e senza attendere che tutti siano pronti. Vedo le nuvole disegnare quadri di Magritte, surrealistico sfondo per pensieri in migrazione.
Scriverei per ore, abbandonando i temi da correggere sul tavolo. Viaggerei lontano verso luoghi sopravvissuti alla generica globalizzazione. Andrei al mare per camminare sulla sabbia bagnata e lasciar fluire fra le onde il rumore della rabbia.
Arrabbiata, mi sento arrabbiata per aver creduto un tempo al potere del dolce sentimento. Eppure non era vero, non era certo. Ma la certezza non esiste dove il coraggio non insiste.
Oggi è un giorno sbagliato per la malinconia che porto nel cuore travagliato.
Domani forse sarò di nuovo capace di mettermi a giocare con i miei figli, di rincorrere nel parco i conigli, di ritornare a sorridere, poiché nulla di male è accaduto. Eppure mi sento come un angelo caduto: l'incanto del mio paradiso si è perduto.
Se potessi , disegnerei profumati mughetti, rose rosse e prati verdi, una piccola curata dimora nella quale abitare a metà fra la quotidianità realtà e le meraviglie da sognare.